Guida Turistica Menton

Guida Turistica MentonMenton, centro francese di circa 30.000 abitanti, incastonato nel meraviglioso litorale meridionale francese, caratterizzante la splendida regione della Costa Azzurra, è nota per una stravagante leggenda che interessa l’ambito religioso. Le Antiche Scritture narrano che Eva abbia sottratto dal paradiso terrestre un frutto d’oro dopo esser stata cacciata. E qui entra in gioco la leggenda: Adamo, a conoscenza del frutto, convinse Eva a liberarsene, e insieme, decisero di gettarlo nel baia di Garavan, nota per la sua bellezza e, per questo motivo, molto riconducibile alla perfezione divina. Questa baia coincide con la città di Menton, una vera e propria perla della Francia del Sud. Chiunque decidesse di trascorrere qui le proprie vacanze estive certamente resterebbe affascinato dai paesaggi da sogno che la circondano: massi rocciosi la difendono da un lato, mentre dall’altro essa si confonde con l’azzurro trasparente e cristallino delle acque del Mar Mediterraneo. Luogo ideale quindi per coloro che amano il mare e il sole: la città di Menton, infatti, oltre ad essere dotata di spiagge immense dalla sabbia dorata, e arricchite di ogni confort ma non per questo prese d’assalto dai turisti durante il periodo estivo, gode di un clima tipicamente mediterraneo.

Temperature elevate e precipitazioni scarse. Ma la bellezza di Menton è una bellezza variegata. Meta non solo balneare, essa ha un legame unico e particolare con la storia e l’arte. È infatti culla privilegiata di una lingua antica nota con il nome di lingua mentonasca, e di una serie di monumenti-testimonianze di epoche antiche. Le porte d’accesso di Saint Julien e Saint Antoine; la chiesa di Saint Michel, risalente al 1640, e affiancata da uno straordinario campanile del XVIII secolo; la Roccaforte difensiva fortemente voluta da Honoré II; e il Palazzo Carnolès. Infine merita di essere menzionato e visitato il giardino botanico di Val Rahmeh, realizzato nel 1905 dal governatore di Malta e acquistato dallo stato solo nel 1966 per destinarlo al Museo di Storia Naturale.

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